Da alcuni anni ormai, «nano» è la parola d'ordine. Che si parli di
nanotecnologie,
nanomedicina o
nanomateriali, è verso il piccolo, piccolissimo che si va. Oggi abbiamo anche i nano-alberi da frutto. Che non sono propriamente microscopici, ma, stando all'etichetta sotto la quale sono venduti, sono particolarmente adatti alla coltivazione in vaso. Che poi è quello che noi facciamo praticando il balconaggio urbano.
Così, passando davanti alla schiera di nano-alberi in vendita nel redivivo e mica tanto nano reparto giardinaggio del supermercato, non ho saputo resistere, e ho preso un nano-melo e un nano-ciliegio.
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Il nano-melo, con qualche gemma che sta aprendosi in foglie. |
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Il nano-ciliegio, pieno di gemme, ma è troppo presto perché sia già fiorito. |
Le povere piante vengono vendute con le poche radici in un sacchetto di plastica, che manco contiene della terra. Solo segatura. Ciò nonostante, sono apparentemente in buone condizioni. Un bel pediluvio di un quarto d'ora per dar loro l'idea che tempi migliori stanno arrivando, nel frattempo si prepara un bel vaso con un misto di terriccio e torba. E finalmente le si mette a dimora, con un'abbondante innaffiata.
Ora lasciamo che il caldo sole faccia il suo lavoro e ritempri il nano-melo e il nano-ciliegio.
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