sabato 25 agosto 2018

Sempre troppa, o troppo poca

Se bagnare le piante è già di per sé una cosa complessa, dal momento che hanno bisogno di quantità diverse di acqua, talvolta pure somministrata in maniera diversa (dall'alto, nel sottovaso, ecc.), farlo quando non si è in casa è ancora peggio. Se nessuno può prendersi cura del nostro balcone per noi, occorre affidarsi ad un qualche sistema di irrigazione, che per un balcone domestico non può certo essere né professionale, né esageratamente costoso, né richiedere un impianto abnormemente complesso.

Così, prima o poi viene a tutti l'idea di mettere su un impianto di irrigazione goccia a goccia. Raccordi, tubi, spruzzatori e rubinettini adatti per sgocciolare un po' per volta sono forniti in pratici kit da assemblare.

Un rubinettino sgocciolatore. Aprendolo e chiudendolo si regola il flusso d'acqua

Aggiungeteci una o più taniche che facciano da riserva d'acqua, collocatele un po' più in alto per dare quel minimo di pressione che vi serve per far viaggiare l'acqua, e non vi resta che portare i tubi a zonzo per tutti i vostri vasi di piante e fiori.

Taniche d'acqua collegate ognuna a due rami dell'impianto di irrigazione goccia a goccia

Poi iniziate a scontrarvi con la dura realtà. I rubinettini sgocciolatori permettono di regolare il flusso d'acqua. Ma quanta acqua vi serve? Se volete fare dei conti precisi e vi dilettate di Fisica, accomodatevi, il problema può anche essere divertente. Se vi accontentate della prima risposta che vi dà gurgle, una goccia ha un volume di circa 0.05 ml. È tanto o è poco?
Immaginate di aver regolato il vostro rubinettino in modo che faccia cadere 1 goccia ogni secondo. Ora ci sono 60 secondi in un minuto, 60 minuti in un'ora, e 24 ore in un giorno:
0.05 ml/s * 60 s/min * 60 min/h * 24 h/giorno = 4320 ml/giorno

Stiamo parlando di oltre 4 litri di acqua al giorno per ogni rubinettino! Potete far annegare tutte le vostre piante e anche quelle dei 3 piani di sotto. Oltre al fatto che una tanica da 20 litri non vi basta nemmeno per 5 vasi per un giorno.

Quindi dovete far gocciolare molto meno. Già una goccia ogni 10 secondi vuol dire propinare al vostro vaso qualcosa come 0.4 litri d'acqua al giorno, che non sono pochi. Sì, ma provateci a far venire giù una goccia ogni 10 secondi. Questi rubinettini sono delle baracchette, finché sono abbastanza aperti l'acqua scorre, ma quando li tenete vicini al tutto chiuso, il flusso è molto irregolare, e tende a buttare fuori troppa acqua, o a non buttarne proprio per niente. Per non parlare poi del fatto che dopo 3-4 volte che li maneggiate iniziano a gocciolare dal tubo, e lì sì che vi divertite a cercare di fermare la perdita!

Così fate stare tutto insieme al meglio che riuscite, guardate con soddisfazione il frutto dei vostri sforzi, e partite per le vacanze, convinti che tutto filerà per il meglio; e quando tornate scoprite che il vostro bel basilico ha patito un po' il secco.

Basilico che ha patito la siccità: il rubinettino goccia a goccia non ha fatto uscire manco una goccia

Per fortuna che le piante tendono ad essere molto robuste. Una bella annaffiata, e il giorno dopo il rientro dalle vacanze il basilico stava già molto meglio.

Una bella annaffiata coi metodi tradizionali, e il giorno dopo il basilico stava molto meglio

In ogni caso, la strada dell'irrigazione costante e continua, goccia a goccia, si dimostra non essere percorribile.

Allora complichiamo l'esperimento. Visto che regolare il flusso dell'acqua su portate così piccole non è fattibile, usiamo i rubinettini in maniera diversa: teniamoli abbastanza aperti, in modo che l'acqua esca relativamente copiosa. Ovviamente non possiamo pensare di procedere così in maniera continuativa, allagheremmo il balcone in pochi minuti. Ma possiamo attaccare alle taniche delle comode elettrovalvole programmabili, alimentate a batteria. Lasciandole aperte per qualche minuto al giorno, bisogna misurare un po' bene la durata dell'apertura, si dovrebbe garantire un'irrigazione adeguata ai vari vasi, senza strafare, e senza far seccare tutto.

L'esperimento andrà a buon fine?

giovedì 23 agosto 2018

Brucando i gerani

Se avete sempre provato invidia per quei meravigliosi balconi decorati da gerani variopinti, avrete sicuramente tentato di coltivarli anche voi. Il geranio è una pianta robusta, datele un po' di terra e un po' d'acqua e crescerà anche senza tanti complimenti. Ma oltre ad essere apprezzata dai nostri occhi per le sue evidenti qualità estetiche, è apprezzata anche dai bruchi.
Se volete sapere quanti e quali bruchi possono aggredire i vostri amati gerani, rivolgetevi ad un brucologo. Quello che io so è che ce ne sono almeno di due tipi.

Innanzitutto ci sono i bruchi cagosi, così chiamati perché cagano l'impossibile. Vi accorgerete della loro presenza soprattutto perché sarà pieno di cacche attorno ai vostri vasi. Le cacche sono dei pallini scuri, di taglia solitamente inferiore al millimetro, che i bruchi cagosi producono in quantità industriale. D'altronde divorano le foglie dei gerani ad un ritmo impressionante, per cui da qualche parte dovranno pur scaricare quello che mangiano.

Cacche prodotte da un bruco cagoso già bello grande (si era mangiato un sacco di foglie di geranio)


I bruchi cagosi non sono difficili da individuare, bisogna guardare attentamente le foglie e i rami da sotto (col loro colore verde si mimetizzano mirabilmente), prenderli uno per uno e farli secchi. Ci vogliono tempo e pazienza, e bisogna fare attenzione perché non amano solo i gerani, ma anche le foglie di altre piante (ad esempio quelle dei pomodori).

Poi ci sono i bruchi merdosi, che rispetto a quelli cagosi sono molto più stronzi perché li individuate molto più tardi e sono letteralmente letali per le povere piante di gerani.

Bruco merdoso su un mio povero geranio

I bruchi merdosi diventeranno sicuramente anche loro delle bellissime farfalle, ma sono delle vere e proprie merde perché scavano all'interno dei fusti delle piante di geranio, divorandoli. Non è difficile vedere sui fusti i fori da cui entrano ed escono (e da cui esce, tra l'altro, la loro cacca).

Foro di bruco merdoso scavato sul fusto di un mio povero geranio

Questi bruchi sono micidiali, perché sono molto più difficili da vedere, e perché hanno la capacità di lasciare uova, larve o crisalidi anche nel terreno, anche durante l'inverno. Liberarsene quando l'infestazione è grave è praticamente impossibile, e rischiate di dover far fuori tutte le piante infestate insieme col loro terriccio. Non che ne rimanga molto, comunque.

Ciò che resta di un vaso di rigogliosi gerani dopo una settimana in cui, in mia assenza, i bruchi merdosi hanno potuto agire indisturbati

Se l'infestazione non è troppo grave, potete tentare con un pesticida. Bayer ad esempio produce questo, che si trova anche su amazon:

Il pesticida prodotto da Bayer per i bruchi e non solo


Esso è fornito esclusivamente con pratiche istruzioni in tedesco, che ne rendono immediata la comprensione delle modalità di utilizzo. A Bayer consiglio, per venire incontro ai pochi che non conoscono il germanico idioma, di aggiungere anche un foglietto illustrativo in Klingon, che sarebbe certamente molto apprezzato.
Sembrerebbe comunque che tale pozione magica possa essere usata sia per annaffiare i nostri poveri gerani, sia per irrorarne le foglie a spruzzo.

Spruzzate il pesticida sui gerani, recitando il vostro incantesimo preferito

3 ml di broda in un litro d'acqua dovrebbero bastare, da ripetere q.b.
Se serve a qualcosa, lo scopriremo solo vivendo.